Giornale di scienze, letteratura ed arti per la Sicilia, Volumes 29-301830 |
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acquidotti Agrigento alcuni alfabeto greco allora altre Anassila antichi assai avea bisogno calorico Camarina canal nasale canula caph carta Cartaginesi Catania Caulonia ch'egli ch'ei chè Cipselo città cloro colla colonia coltivazione corpi credere d'uopo Dante dazii dice digamma dinota Diod Diodoro Dionigi dott dritto erano Erodoto filacciche filosofia fistola lacrimale fondo forma forza Gelone giorno gran greco guari indi insino intorno iscrizioni lascia Lettera lettere lungo luogo manuscritti medesima Memoria mente Messene metodo metope mezzo monumenti niun nome nuovo olimpiade opere osservazioni Palermo papiro parecchi passo piccola Pindaro Plinio poco popolazione porzione possono poteva presso principio prova pubblica ragione rapporto riguardo sacco lacrimale scienze scoliaste scrittori secolo Selinunte sente Sicilia sieno signor Siracusa Siracusani spirito stabilimento stra Strabone Teocrito tere terra terreni Timoleonte Tomo tratto travaglio trova Tucidide vaso vedere verso veruna Vitruvio Zancle zione
Popular passages
Page 144 - Poiché fu piacere de' cittadini della bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gettarmi fuori del suo dolcissimo seno (nel quale nato e nudrito fui fino al colmo della mia vita, e nel quale, con buona pace di quella, desidero con tutto il cuore di riposare l' animo stanco, e terminare il tempo che m...
Page 246 - S'adattò con la destra a spargervi entro La purgata farina, non cessando Con la sinistra intanto a mescer sempre La farina e l'umor con saldo legno. Quando poi tutta di sudor la fronte Aspersa egli ebbe, e...
Page 246 - E ratto corso là dov' egli avea Molti vasi disposti in lunghe schiere , Un piatto sovra tutti ampio e capace Indi tolse , ed il terse , e con un filo Ritroncando la massa in molte parti...
Page 247 - Da sé l'ingorda fame e l'importuna Sete, spesso temprando il vin con l'onda Che dal fonte scorrea gelida e pura. E già sazio era il ventre, e già il palato Da lui più non...
Page 250 - Pomona, che de' frutti loro Non sian degli arbor mai vedovi i rami : E tu che tante e sì diverse forme Prendi, Vertunno, il culto mio difendi Or con la spada, se soldato sei, Or col pungente stimolo, se i buoi Giunger ti piace al giogo : e tu, Priapo...
Page 172 - Eupolis atque Cratinus Aristophanesque poetae Atque alii, quorum comoedia prisca virorum est, Si quis erat dignus describi, quod malus ac fur, Quod moechus foret aut sicarius aut alioqui Famosus, multa cum libertate notabant.
Page 245 - Mentre l'onda bollia, per fissa tela Fece passar, di setole contesta, Di Cerere il tesor, che in bianca polve Ridotto avea sotto il pesante giro De la volubil pietra; indi partendo Con tagliente coltel rotonda forma Di grosso cacio, che da' topi ingordi Ei difendea dentro fiscella appesa Al negro colmo, col forato ed aspro Ferro tritèllo.
Page 247 - D' un panno la coperse, in guisa bianco Che l'odor del bucato ancor serbava. Quinci il picciol vasel sovra vi pose Ove il sai si conserva, e 'l pan che dolce Gli era e soave, ancor che negro e vile.
Page 248 - La qual, benché sì bella appaja in vista. Tosto langue però, qual fiore in prato O da falce, o da pie' presso, e reciso. Ma infelice colui, che sempre in guerra Seco, col suo pensier mai non s...
Page 247 - 1 pan che dolce Gli era e soave, ancor che negro e vile. Di molte erbe odorate e molti frutti Carcolla...