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sary intervals of rest, the dancers, in the assumed character of pescivendoli, or fish-mongers, advanced in groups, and danced a moresca to the sound of castanets. On this occasion the prima ballerina condescended to take lessons from certain fish-women who were celebrated for their performance of this dance.

In this singular ballet each ballerino wore a berrettino da marinaro, or sailor's cap; and the female dancers, who personated pescivendole, had their hair confined in nets; a fashion which prevailed amongst the ancient Romans, and still obtains in several parts of Italy, particularly in the kingdom of Naples. This fashion is alluded to by Virgil and Juvenal, and described by Tasso in the first chorus of the Aminta:

Tu raccogliesti in rete

Le chiome all' aura sparte.

No.

No. VIII.

Dedication prefixed to the Adamo of Andreini, published at Milan,

1613.

Alla Maesta' Christianissima di Maria

De' Medici, Reina di Francia.

IO non poteva in questo mondo esser più favorito dalla mia sorte REINA Christianissima, che nel tener' ordine di passarmene in Francia con Florinda mia, e con questi compagni nostri à servire à V. Maestà col virtuoso passatempo delle comedie perche, oltre il gusto d'ubbidire in tanta occasione all' Altezza serenissima del Sig. Duca di Mantova nostro padrone; io, che nato sono in Firenze sotto il felicissimo imperio de' MEDICI Serenissimi; vedrò nella Francia in persona della Maestà vostra ampliata la patria mia, ed il chiarissimo sole, (dico V. M. medesima, splendor del suo sangue) spander per tutto i raggi della sua gloria nell' ampiezza di sì gran regno. Vedrò, contento quei tesori mirabili, che la liberal mano di Dio altamente locò nell' Erario pretioso di V. M. quando in lei si vidde, tosto augustamente risplendere nella chiarezza del sangue la bellezza dell' animo con quella del corpo, che sono quelle trè doti, anzi quelle trè fonti chiare ed illustri, in cui si specchiò, ed hebbe il suo magnanimo f ARRIGO

ARRIGO di gloriosa memoria, origine di quelle heroiche, e divine virtù, che con l'esaltatione della Maestà Vostra hanno portato alle stelle il suo nome, e la félicità hella Francia con la cara pace, che và godendo sotto il prudente, e fortunato governo di lei. Ma per non abbagliarmi in un sì luminoso splendore, porto meco un riparo celeste, col qual mi presento humilmente innanzi à V. M. ed è la presente opera intitolata l'ADAMO, poetica imitatione da me composta frà l'hore più libere de gli esercitij soliti della comedia; parendomi, che se non altro, almen là materia, che come grande, e sácra hà proportione con la grandezza, e con la pietà della Maestà. Vostra, debba in certo modo servirmi di scudo fatale innanzi il suo christianissimo lume, per ammirarlo senza offesa dell' occhio, come innanzi la spera del sole altri si scherme per avventura, opponendo qualche ingegnoso christallo. Così mentre V. M. si degnerà, come riverentemente la supplico, trattenersi nel mio libro contemplando le meraviglie di Dio, ed i suoi parti divini, potrò io fermarmi contemplando quellé della Maestà Vostra, ed il suo mirabil parto del christianissimo rè figlio, vivo specchio, ed essempio delle paterne, e materne sembianze, e di quelle soprahumane virtù, onde hà dá crescere in colmo la gloria di tutto il regno, e da prosperer per sempre la vita del christianesmo. Mi hà spinto particolarmente à dedicarlo à V. M. oltre il rispetto dell' esser nato suddito, come già dissi, della sua sereniss. casa, che m'ubbligava à qualche tributo di vassallagio; l'esser' anche figlio

d'ISABELLA

d'ISABELLA Andreini, gradita già, per mio credere, dal benigno animo di V. M. che può più mi sfortzava à riconoscere il retaggio materno, procurando in qualche maniera la buona gratia della M. V. La supplico perciò con ogni humiltà, che le piaccia di scusar questo ardimento d'haver voluto eternar l'opera mia con l'eternità del suo nome, e di gradire in essa la volontà mia di prestare in tutti i tempi quegli honori, che posso alla M. V. la cui persona christianissima, con quella dell' invitissimo rè figlio. Iddio guardi, e feliciti, che col fine riverentemente m' inchino à suoi piedi.

Di Milano il dì 12 Giugno 1613. Di V. M. christia

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No. IX.

Passage from l'Adamo di Gio. Battista Andreini, printed at Perugia, 1641.

Atto II. Sc. 4.

SE meco venire Eva t'alletta,

Cosa tal vo mostrarti,

Che inconsumabilmente

Sentirai per dolcezza, e per diletto,

Struggerti il cor nel petto.

Mira sposa gentile

Trà quell'ombre odorate,

Di pallidi cipressi,

Ov' alternan gli augei la voce, e'l volo,

Là dove appunto quelle due sì bianche
Colombe van con risolute penne;

Quivi, ò bella, vedrai

(Pompa di monte alpestro)

Dà un humida voràgo

Di pomici ammollata,
Sboccar libero, e desto,
Diluvioso humore,

Ch' assorda risonante,

Ch'

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