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Vergine incoronata dagli Angeli, e nella pradella scrisse il pitto re- In tempo di Mistro Defendi de Federigo compagni 1540 L. Lotto,

Vasari. loc. cit.

Dai Lib. di riformanze del Municipio di Recanati si ha la seguente memoria.

Li 17 Luglio 1525. Li Frati di S. Domenico richiesero sussidio per un' icona di gran prezzo, che pingerebbe Maest. Lorenzo Lotto.

Il Comune accordò fiorini 100 con che vi si dipingessero le immagini di S. Flaviano, e di S. Vito protettori della Città.

(26) Tavola ricordata anch' essa da Vasari, da Ridolfi, da Tassi, e da Lanzi.

Vi è altresì del Lotto in Recanati una piccola tavola con l'Annunziata nell' Oratorio de Mercanti, la quale fu per qualche tempo nel Duomo.

Scrisse

(27) Nell' Assunta per la Chiesa di S. Francesco Lotto il suo nome, e l'Anno 1550. Narra Buglioni (stor. della Chiesa c Conv. di San Francesco) a pag. 62 che un Jacomini d'Ancona rinovò quel dipinto a cagione, ch' essendo a colla, (doveva dire a tempera) era quasi rimasto senza colore. In quello di Cingoli figurò il Rosario, ed ivi ancora si ha il nome, e l'anno. L'altro ch' era negli Osservanti di Civitanova fu a vile prezzo venduto nel 1810, e cosi avvenne pure di quello di San Giusto.

(28) Sotto il S. Cristoforo scrisse TUS PICTOR VENETUS.

LAURENTIUS LOT

L' Adultera fu prima nella Basilica, ed ora nell' appartamento detto dei Principi. (29) Vedi Vasari

Tassi Ridolfi.

(30) Vasari nella vita che ne scrisse. Era anche chiamato il Card. D' Augusta.

(31) Monsig. Giovanni della nobilissima famiglia Poggi di Bologna fu creato Cardinale nel pontificato di Giulio III.

Malvasia. Felsina Tom. I. parte II. pag. 196.

(32) L' errore, in cui caddero tanto Malvasia, che Zanotti nacque dall' essersi al dipinto di Tibaldi sovraposto altro quadro con un Sant' Ignazio, e non già colla Natività del Caracci, come dicon'essi, che fu nella Cappella di Mons. Cantucci,

(33) In luogo del Cristo risorto in S. Ciriaco è ora una tela del Conte Pietro Ercole Fava Bolognese. Fu anche quella scultura del Cristo eseguita dal Tibaldi per Giorgio Morato, come legge vasi al di sopra Deo Optimo Maximo Armenus Altare hoc te) suis sumtibus executum. mini MDLX.

.

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Georgius Moratus (mancava forse Christo Resurgensumma pietate dicavit anno Do

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(34) Malvasia. Felsina Tom. I. pag. 169. Lanzi. Tom. V. pag. 48.

(35) Malvasia. loc. cit.

Guida d' Ancona pag. 88.

(36) Lanzi. Tom. II. pag. 48.

(37) Lomazzo. Trattato dell' arte della pittura pag. 692. (38) Malvasia. Loc. cit.

(39) Idem.

(40) Nella biblioteca Hercolani di Bologna frà molte lettere pittoriche inedite ve nè ha una del pittore Peruzzini d'Ancona del gennaro 1671 diretta al Sig. Conte Cañco Malvasia a Bologna, la quale intieramente qui trascrivo.

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Illmo, e Rmo mio Sig. Proñe Colmo

Non voglio differire più oltre la risposta alla benignima lettera di V. S. Illma, con la quale si è compiaciuta d'onorarmi; eccomi dunque, e qual mi sia, e di poco merito, tutto affettuoso all' umanissima sua gentilezza, e ciò che intraprendo doveva prima fare, e per fare d' avvantaggio all' obbligo, che tengo, mentre la protezione, che si è compiaciuta d'impiegare a pro di questo mio amato' Sig. Giov. Fraucesco Cassiani così a me caro, che non ho di più per impiegare il mio affetto. Consideri dunqne V. S. Ilma qual possa essere la mia obbligazione verso la sna nobilissima Persona, che io infinitamente ringrazio, e per sempre pregherò il Signore per ogni suo con

le

⚫tento.

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Ho gran premura in quello, che mi significa per il ritratto del famoso Tibaldi, che visse già nel 1556, e fu in quei tempi in si diversi luoghi della provincia, e particolarmente nella Città di Macerata, dove avendo io scritto ad un Signore principale detto il Sig. Pompeo Compagnoni istorico, che ha stampato istorie della sua patria, unitosi a quest' effetto al Sig. Francesco Buniforti pittore di molta stima, uomo d' età d'anni 77, non mi hanno saputo dare notizia d'esservi ritratto; mi hanno però dato ragguaglio più distinto delle opere d'architettura, e pittura, come a dire il palazzo dei Floriani, essere architettura del Tibaldi, come anche la torre di piazza, il palazzo de' Signori Ciccolini, e non Razzanti, ed altre minuzie, e perchè Pellegrino girò in molti luoghi a fare sue pitture, e fu anche qualche tempo nella terra di Belforte, e nella Chiesa maggiore vi dipinse un quadro rappresentante Cristo quando entrò in Gerusalemme, il che si figura il giorno delle palme, in una Cappella della medesima Chiesa, nella quale all' intorno sono alcune medaglie con entro figurati ritratti di quell'Arciprete e che anche in uno vi sia quello di Pellegrino, che abbia in capo berretta che usava uomo giovane con barba grande, che tira all' oscuro di pelo.

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Ha scritto a questo proposito Giuseppe mio figlio ad » un'amico colà Capitano di milizia, e perchè per ancora non » vede risposta, essendo il luogo fuori di mano, spera per mercoledì venturo avere risposta, ed inallora V. S. ne sarà pnn»tualmente ragguagliata.

.

» Frattanto stimi per certo aver quà un di poco merito, » ma vero e fedelissimo Servitore, perchè lo vuole così la sua nobilissima nascita, i suoi infiniti meriti, e la mia grandissima obbligazione, non che resto pregandole dal Signore ogni » esaltazione, con farle umilissima reverenza, ed ansiosissimo dei suoi comandi ec.

» Ancona 17 gennaro 1671.

Umo Devmo Servitore

Peruzzini.

(41) Zonotti Giampietro. Le pitture di Pellegrino Tibaldi, e di Niccolò Abbati esistenti uell'Istituto di Bologna. Descritte, ed illustrate Venezia 1756 fol. fig. pag. 20.

-

(42) Il Vasari fa menzione di quest' Artista nella vita di

Gian-Bellino.

(43) Dalla sola analogia deriviamo il magistero del Ramenghi, giacchè non si hanno documenti, che valghino ad assicurarlo.

(44) Rende certa la stazione dei Coda in Sanseverino il documento, che qui trascrivo esistente nel pubblico Archivio tratto dai rogiti di Giovanni Lorenzo Noè.

Saracenus

1562 die 4 novembris

....

et Battistonis Antonii

Antonius Jacobus Saraceni

Loca

verunt, cesserunt et concesserunt Fratri Bartol. M. Benedicti Ariminen:

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et M. Francisco M. ejusdem Fratris Bartolomei nepoti habit:

Sebastiani Ariminen: terrae Sancti Severini ibidem praesentibus, et in solidum conduccntibus per se ipsis, et ad perficiendum quandam cona:

Altaris suae Cap pellae ditor: locator: sit: in ecc: Sancti Dominici de' Mercato extra muros terrae Sancti Severini situat: prope sacrestia, et juxta Cappellam Sancti Venantii

.

juxta delma sive

ut dicit: squizzo designato in quodam folio penes dtos: locatores existen: manu dti: fris: Barth. tur et obligati sint dare flor

pro flor:

dicti locatores teneantabulas, et tela .... et... ottuaginta monetae Marchiae ad rat: bolor. XL. Actum in terra Sancti Severini in caenob. S. Dominici d: Mercato in cellula patris Prioris d: Conventus. Per gli atti del sud. Notaro leggesi in' altro Istromenta del 1 luglio 1563.

Frater Bartol: Mri: Benedicti, et Mag: Fran: Mri: Sebastiani d' Arimino habit: S. Severini praesentes fecerunt finem vigore obbligat:. manu mei sub die quarta novembris Anni 1562.

tabulam Dno: Ant: Saraceno

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ut s:

(45) Lanzi. Tom. II. pag. 31.

Questa tavola fu venduta, e ne venne sostituita un' altra con un' Annunziata di Carlo Paulucci.

(46) Anche l'Arcip. Lazzeri lo dice Architetto e buou intagliatore di pietre.

Il Pad. Luigi Pungileoni producendo varie lettere scritte dal Zuccari a Giovanni Tommasi Conte di Montebello viene a rendere certa la notizia, che le sculture della Cappella dell' Annunziata sono opere del Ventura, e ne somministra altre che interessano i lavori, che si fecero in questa Cappella.

In una scritta da Loreto il 14 giugno 1583 lo ragguaglia quanto aveva ideato di pitturare nella Cappella del Duca Francesco Maria II. della Rovere.

di

.

In altre due consecutive aventi la stessa data dice d'aver trovato ivi un valente uomo stuccatore, cui aveva ordinato i quattro Angioli di stucco ed altri lavori per la cappella, é nomina ivi un Giulio doratore di Pesaro e l'assicura d'aver voluto con■sultare i teologi per non far cosa, che non fosse convenevole, e che voleva dipingere imprese e camei ne vani e cartelle, che sono nell'arco dove ora messer Lattanzio fa quelli fogliami e stucchi, ma che non piacendo a S. A. si stava in attenzione della sua volontà ».

1

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Tengono dietro alle succitate altre due lettere. Nella prima scrive così. Circa l'invetriata mando a V. S. Ilma la misui a qui inclusa. Potrà ordinarla a Venezia o in Ancona, ove più gli piacerà io sarei d'animo di farvi nel mezzo l'arma di S. A. con ricingervi intorno un festone colorito di varj frutti ovvero tutto verde, quello che più sarà a piacere di S. A. 11 resto de' vetri bianchi, che l'ama et il testone colorito offuscherà assai abbastanza quel troppo lume, e riuscirà a mio giudizio vaga e luminosa assai ". Nell'ultima con data di Loreto 15 novembre 1583 mostra d'avere desiderio d' avere la tela per coprire le istorie da lui dipinte, per indi portarsi in Urbino (Notizie dello Giornale Arcadico Tom. CLXVIII. 1832 ).

Zucca i

(47) Nell' affresco della Visitazione segnò lo Zuccari l'Anno 1585; da cui si trae il preciso tempo, in cui questa Cappella ebbe compimento mancandone nel Baglioni ed in altri biografi ogni ri

cordo.

(48) Fu questo quadro prima trasferito a Parigi. Ritornò quindi in Italia nel 1817, e rimase nel Museo Vaticano, ove s'ammira anche al presente.

(49) Caimo Lettere d'un vago viaggiatore

pag. 105.

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Tom. 11.

(50) De la Puente Viage Tom. II. pag. 129 (51) Vedesi nel maggior altare della Chiesa della Confraternila de' Bianchi. Rimase però questo lavoro non compiuto.

(52) Avvenne la morte di Margarita prima che Federico avesse soddisfatto alla commissione ingiuntagli, ed il quadro fu perciò pagato da un'Amico, che fu il di Lei erede, come da rogito d'Anchise Stella esistente nel mio domestico archivio 1605 ... et florinos duecentos solvit D. Federico Baroccio pictore in Civilate Urbini pro suprad. quatro inserviendo pro dicto altari majori, et confessi fuerunt dict. Guardianus, et Deputati se esse ad plenum informatos easque veras fuisse, et esse asseruerunt, ideo quietaverunt ut supra dictos heredes q. D. Amici Ricci de supradicto legato.

Il detto quadro non venne collocato nell'altare, che il dì 29 ottobre 1608.

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(53) Descrizione sulla caduta di Macerata avvenuta pcr assalto.... il dì 5 luglio 1799.

Lettera di un Maceratese ad un suo Amico di Pavia sen

za citazione di luogo.

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