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Recanaten perfecerit,et costruxerit quoddam baptismum Ænei, sive metalli, cum decem figuris ut vulgo dicitur di tutto rilievo, ac cum ornamentis, historiis, figuris, armis, insignis, et festonis prout est videre collocat: in dicta Alma Ecclesia Lauretana, pro precio aestiman per duos homines peritos, eligen unum pro parte, prout latius dicitur in Istro: publico sub rogitu publici notarij, ad quod in omnibus, et per omnia pro facti veritate semper relatio condigna habeatur, cupiatque hodie D. Jaes: Bapta: Verzellus Filius, et Haeres pti: qu D. Tiburtii dtum opus a suo Perito astimari facere, cum potissime pro parte d. Almae Domus Lauretanae hoc fuit intimatum. Hinc est quod coram Ill: et adm: Exe: D. Ottavio Menghetti I. U. D. de Monte Bodio V. potest: in absen, Illis: et adım: Exc: D. Bernardini Montis I. U. D. Firmani ac Illris: Civitatis Recaneti nunc Potestatis pro Tribunali seden etc., ut infra etc., quem locum etc. cum praesentia, consensu, verbo, et voluntate D. Jois: Baptae: Vitalis Recanaten ejus Avinculi, et Curatoris Testamentarii, nec non D. Petri Matthei Bitucchj Camertis ejus fratris consobrini praesen, et consensień etc., ac eorum consensum, et voluntatem praestan etc., renuncian in forma ipse D. Joes: Bapta: Verzellus cum sit minor 25; major autem viginti annorum, Tenun minoris aetatis, ac beneficio restitutionis in integrum, omnibusque aliis LL. statutis, privilegiis, favoribus, et costitutionibus quomod ad favorem minorum introductis etc. certioratum etc. juran etc., tactis etc., promisit etc., qui non vi, dolo etc. sponte etc., et omni meliori modo etc. per se ctc. elegit, nominadeputavit D. Bastianum Sebastianum Sculptorem Recanaten etc. absen tamquam praesen me tamen Not. pro eo stipulan etc. ad inspicien, et consideran etc. justeque apprecian, et estiman etc. pro parte ipsius D. Jois: Baptae: suptum Baptismum, nec non historias, fregia, insignia, sculpturas, et ornamenta ejusdem Baptismi, una cum omnibus, et singulis annexis, et connexis, et dependen ab eo, ac laborem, magnitudinem, et compartimentum ejusdem operis etc. cui quidem D. Bastiano absenti, me Not. ut Supra pro co stipulan etc. amplissimam auctoritatem dedit, et concessit opus praedictum judican, considerañ, et appretiandi cum honoribus, et oneribus solitis, et consuetis etc., et in casu discordiae eligen tertium Peritum etc. aestimationi cujus, seu quoTun etc. promisit stare tacitum, et quietum, et etiam convenire etc. quin imo attendere, et inviolabiliter observare, eamque habere ratam, gratam, validam, et firmam sub pocna dupli etc. d. autem poena etc. nihil etc. pro quibus sic tenendis, adimplendis et observandis etc. d. D. Joas: Bapta: Verzellus obbligavit se ipsum, ejusque Heredes, successores, et bona omnia etc. Libro Justitiae Civitatis Recaneti, et in ampliori forma Cam. Apostolicae cum omnibus Clausulis etc. quas extenden etc. licentiam dedit etc. promittens etc., renuncians etc. juran tactis scripturis etc. petens etc.

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Tom. II.

sed

decretum necessarium interponi etc. omni meliori modo etc. rogan ine Not. etc. omni etc.

Super quibus oibus: et singulis sic peractis ptus: Illris: et adm V. Potas: ut supra sedens etc. visis, et auditis ptis: causa bene cognita suam, et Illris: Coitis: Recaneti auctoritatem interposuit pariter, et decretum supplen etc. omnes et singulos tam juris, , quam facti defectus etc. oinni meliori modo etc.

Actum in Civitate Recaneti in Quart: S. Angeli in Aromataria D. Emidij Percicarelli sit in honis D. Antonij Massuti, juxta sua notissima, et veriora latera etc. coram, et pñtibus ibidem D. Bernardino Cugerrio de Eugubbio Medico Chirurgo Civitatis Recaneti, et D. Equite Marco Antonio Lebretto Recanateň, Testibus ad praedicta habitis, vocatis, et rogatis etc.

Torquatus Botanus Not. rogat: etc.

(63) Calcagni loc. cit.

Nel piedestallo leggevasi. SISTO V. PONT. MAX. CAMERTES. UNDE. MATERNAM ORIGINEM. DUXIT JURE. OPTIMO, POSUERUNT | PONTIFICATUS. SUI. ANNO I. | ANNO MDLXXXVII. (64) Idem.

(65) Tiburzio fu posto di regimento nel 1605, e fu Priore nel mese di giugno del 1606. Giovanni Battista suo figliuolo fu poi Priore in luogo del padre, e prese in moglie Laura figlia d'Alfonso Confalonieri. Il medesimo fu Capitano di Monte Fiore nel 1625, ed ebbe poi in seconde nozze Lucrezia sorella di Ser-Torquato Botani Notajo. Mori il detto Giovanni Battista il 21 di novembre del 1651.

Cosi l' Angelita loc. cit.

(66) Nel tempo, ch'era ad ognuno lecito esercitare l'arte del forno, venne in Recanati Cesare di Bastiano da Camerino detto Cesaretto, e potè essere intorno al 1550, e avendo atteso a quest' arte alcun tempo, si diede ad altri negozj, e vi acquistò una

casa.

Bastiano suo figliuolo, che s'addestrò alla scultura, essendo suo maestro Girolamo Lombardi ec. prese poi il cognome di Sebastiani In tal guisa narra l' Angelita nell' opera anzidetta. (67) Dietro ricerche fatte nell' Archivio della Comunità di Rimino si è trovato un Libro di memorie sotto la data del 22 giugno 1614 Cart. 31.

La statua di Paolo V. fu fusa in Roma per mano di Ser Niccolò Cordieri Lorenese dettò il Franzesino, e fu poi trasportata per marc.

Il peso della medesima è di Lib. 7300. La spesa della statua fu di scudi 3619 77 6 oltre il piedestallo, che costò scudi quattrocento cinquanta. Le cartelle dell'arma scudi mille, e tre

cento.

Questa statua fu ne' suoi ornamenti variata, ed ha ora preso il nome di S. Gaudenzio Protettore della Città di Rimino.

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Notizie ricevute dalla cortesia del Segretario Comunale

Sig. Domenico Paolucci di Rimino.

(68) Catalani. Degli oggetti di arte in Fermo Mss. Per formare questa statua furono fuse moltissime monete antiche, che nel 1548 si trovarono dentro diecisette urne di terra cotta scavate alle falde del così detto Girone che fu l'antica fortezza,

(69) Nella base del Monumento Offreducci leggesi la seguente iscrizione.

ILLMUM: DOM: LUDOVICUM. UTRAQUE FAMILIA. GENEROSUM. MATERNA. DE. ODDIS. PATERNA. DE EUFREDUTIIS. ARMORUM PRAEFECTUM. VIRUM. EQUESTREM. DE CIVITATE. BENEMERITUM. MATER. HIC. PIENTISSIMA. ET. SUI. MAGNO. CUM. LUTTU. POSUERUNT.

(70) Cancellieri delle Campane ec. pag. 43.

Cola Colaini riferisce nel suo diario, che ai 28 di decembre del 1560 venne innalzata la Campana di Campidoglio. (71) Da nn Mss. della famiglia Palmucci di Macerata.

La Campana ch' esisteva prima, che si fondasse quella di Taddeo Ricciano, portava la data del 1257.

(72) Vita di Benvenuto Cellini scritta da se stesso Ediz. dei Classici Milano 1814 Tom. I.

pag.

51.

(73) Idem. (ediz. di Colonia) pag. 284.

Lastri. Osservatore Fiorentino Tom. VII. pag. 113. (74) Museo Mazzucchelli alla tavola Num. 3.

(75) Giulio Cesare Rossini originario di Mont' Olmo fu nobile Maceratese di poi passò Nunzio Pontificio a Napoli, e finalmente Arcivescovo d' Amalfi nel Regno di Napoli.

(76) Vasari. Tom. X. Nella vita di Leone Leoni Aretino. (77) Ferretti Francesco. Diporti Notturni per modo di dialoghi famigliari Ancona pel Salvioni 1579 pag. 140.

DEI PITTORI ESTERI

CHE DIMORANDO NELLA MARCA D'ANCONA

COOPERARONO AL PROGRESSO DI QUEST' ARTE.

CAPITOLO XV.

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verità da niuno contrastata, che al conseguimento dell' eccellenza tanto in ordine alle lettere che alle arti, convenga in particolar modo fare ricorso all'imitazione de' classici autori, e guardarli come prototipi d'ogni bello, e si fattamente nel loro stile immedesimarsi, da convertire in succo ed in sangue le istruzioni, che da essi ricavansi.

Fu questo principio assai bene conosciuto nel secolo in cui noi andiamo ripetendo quanto sul fatto di monumenti si operasse dai nostri, mentre non trascurarono mezzo veruno per fermare nella Marca d'Ancona la loro dimora artisti, che celebratissimo nome eronsi meritati lavorando in altri paesi d'Italia. Fu tutto questo dimostrato allorchè degli Architetti e de' Scultori narrammo, e altresi osservato, che ne' tempi a questi anteriori la pittura qui coltivossi, derivandone i principj da ottimi fonti. Non avemmo però modo di provare con sicuri documenti, che in questi luoghi si trovassero nel secolo XIV. pittori, che aperta Scuola istituissero, ma piuttosto vedeinmo i nostri per la maggior parte diretti a quei paesi, ove Maestri insigni ottimi comandamenti dettavano. Ora però ci si presenta in quest'epoca vasto argomento da poter provare, che nella provincia dimorarono lungamente de' pittori più chiari, che l'Italia onorasse, chiamati al doppio fine d'ornare pubblici e privati edifizj, e d'ammaestrare coloro, che di tal beneficio profittando, si dedicarono alla perfetta imitazione di essi; percui venne, che molti e buoni pittori ebbe la Marca nel Secolo XVI.

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Dagli archivj di Sanseverino rilevasi, che nel 1509 fermasse isi il suo domicilio Bernardino di Betto soprannominato il Pintoricchio, e che abitando presso un Gian-Gentile vi aprisse scuola rimanendovi oltre il 1514, epoca, in cui tanto Vasari, (1) che altri biografi lo credettero già morto, forse perchè ignari di que' fatti, i quali soltanto si conobbero per solerzia dell' erudito Giuseppe Ranaldi. Questi svolgendo le antiche carte degli archivi della sua patria s'avvisò di rintracciare memorie, che se la illustrano particolarmente, non sono meno interessanti per la storia pittorica, à quale per la vita del nominato artefice crescerà ne' suoi lumi, subitocchè questo valente giovane avrà soddisfatto al desiderio de' suoi concittadiui e dei cultori di questi studj, i quali reclamano la pronta pubblicazione delle memorie del Pinturicchio, ch' egli tiene da lungo tempo preparate, e delle quali per timidezza soltanto si rattiene dal farne dono. Si proverà allora, che appunto nel 1514 compi Bernardino la gran tavola, ch' esiste nel maggiore altare della Chiesa de Padri di San Domenico, dov' espresse Nostra Donna seduta fra le nubi, a cui fanno sgabello tre graziosi Serafini, e tenente fra le ginocchia il Bambino, che volto ai Santi Severino, Domenico, Rosa, e Vonanzo, (i quali rimangono oranti nella parte inferiore del quadro ) sembra sorrida compiacendosi in essi. Fra questi Santi è ripetuta quell' imagine di San Giovanni Battista, la quale vedesi nella notissima tavola, che da costui si esegui pe' Conventuali di Spello; il putto dicesi da Orsini (2) essere stato costantemente tenuto per si bello, che al Sanzio molti l'attribuirano, conghietturando ch'egli il dipingesse allorchè ivi passò nel 1508 dirigendosi da Firenze a Roma. Fece anche qui mostra suo sapere nel porre in bella prospettiva le fabbriche di una città, che di lontano appare; del qual genere fu il primo a ritrarne per ornamento delle pitture a fresco, siccome fece in una loggia del Vaticano, ove fra' quadri di paesi inserì le vedute delle principali città d'Italia (3). Ma chi avesse grado di conoscere di qual valore fosse costui anche in tal genere, converrebbe si conducesse nella sagrestia del nuovo Duomo di questa Città, ove esiste

di

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