Page images
PDF
EPUB

(32) I documenti, ai quali si

attenuto il Sig. Ranaldi nel darmi contezza dei dipinti della tribuna di Sanseverino sono i seguenti.

Cancellotti Stor. Settemp. Mss.

Capitolo dell' invenzione del corpo di Sanseverino.

[ocr errors]

Il 15 Maggio 1576 . . . corrispondeva il luogo verso » la figura dipinta nella detta parete di San Tommaso Apostolo, che toccava col dito il lato ferito di N. S. G. C. Aveva opinione » il popolo per una certa tradizione, che il corpo del Santo si » conservasse nella sua Chiesa Laonde molti pensarono

[ocr errors]
[ocr errors]

.

» che fosse riposto sopra una delle colonne, che sostenevano la tribuna dell'altare maggiore, e dava materia di crederlo, tro» vandosi colla parete sostenuta dalle colonne dipinta la vita di » S. Severino, e la sua traslazione con l'istoria, e penitenze » di S. Vittorino: OPERA DI GENTILE DA FABRIANO PIT» TORE ECCELLENTE DI QUELL' ETA'.

Severano Mem. Sac. delle sette Chiese di Roma Part. I. Roma 1630.

Fu creduto, che il detto corpo) si con» servasse in una delle colonne, che sostenevano gli archi della tribuna, le quali erano di mattoni vacui, e dipinte.

n

[ocr errors]

continuandosi la fabbrica fu trovato a caso (il santo corpo), e >> si trovò che essendo dipinto nel muro Nostro Signore risuscitato, » si vedeva San Tommaso che mostrando di voler toccare le sue gloriose piaghe, accennava col dito il secreto nascosto sepolcro » del Santo.

[ocr errors]

Marangoni

Acta S. Victorini episcopis, et martyris. Roma 1740 - Aderat quoque ibidem vetusta imago S. » Victorini a Pompilio Caccialupi scriptore Sanseverinate hisce » verbis numerata; S. Victorinus in Tribuna veteris nostrae Ec» clesiae Sancti Severini cernebatur depictus, pendens ex arbore, pedibus, manibusque ad modum haedi seu oviculae ligatae (33) Bollandisti. Acta Sanct. Mart.

[ocr errors]
[ocr errors]

Vuolsi, che sia di Gentile una tavola esistente nella sagrestia del Duomo di Macerata, ove fintovi un popolo di devoti supplicanti alla Vergine in gloria, si hanno in ciascun de lati le immagini di San Giuliano, e di Sant' Antonio di Padova. Se il lavoro non è assolutamente di Gentile, puo senza tema d'errare ascriversi ad uno de' suoi migliori discepoli, o imitatori.

(34) Vasari. Op. cit. Tom. V. pag. 177.

Ridolfi. Le maraviglie dell' arte, ovvero la vita degl' illustri pittori veneti, e dello stalo. Venezia 1648. Tom. I. pag. 23.

(35) In quanto al quadro posseduto dal Cap. Craglietto si può consultare il Quadri otto giorni a Venezia 1824 Giornata II. pag. 112. Fu questa tavola lungamente in un Monastero di Venezia,

posseduta da una Suora della famiglia Zen, e non ritornò al pubblico, che dopo la soppressione de' Monasterj; (Lo stesso Craglietto possiede di questo quadro un disegno all'acquarello con molta diligenza eseguito dal Sig. Angelo Tramontini Veneziano)

[ocr errors]

(36) Sansovino. Venezia Città nobilissima, e singolare descritta in XIII. Libri. Venezia 1581 pag. 224. (37) Anonimo. Notizie d'opere del disegno pubblicate dall'Ab. Cav. Morelli. Bassano 1800 pag. 57.

[ocr errors]

Intorno ai due ritratti di mano di Gentile in casa di Mess. Antonio Pasqualino si legge quanto segue.

* con cappuzzo

La testa par al naturale ritratta da un' uomo grosser in capo, e mantello nero, in profilo, con una corda da sette paternostri in mano grossi negri, delli quali il più basso, e il più grande è de stucco dorato rilevato, fu de man de Gentile de Fabriano portato ad esso Messer Antonio Pasqualino da Fabriano insieme coll' infrascritta testa, Zoè un ritratto di un giovane in abito da Chierico, con li capelli corti sopra le orecchie con il busto fino al cinto, vestito di veste chiusa, poco faldata, di color quasi bigio, con un panno ad uso di ⚫ stola frappata sopra il collo, che discende giuso colle maniche larghissime alle spalle, e strettissimo alle mani, di mano dello > stesso Gentile. Ambedui questi ritratti hanno li campi neri, sono in profilo, e si giudicano Padre e Figlio, e si guardano l'uno contro l'altro; ma in due però tavole, perchè si somigliano nelle tinte delle carni. Ma a mio giudizio questa convenienza delle tinte proviene dalla maniera del Maestro, che faceva tutte le carni simili fra di loro, e che tiravano al color palido. Sono però detti ritratti molto vivaci, e soprattutto finiti, e hanno un lustro, come se fossino a oglio, e sono opere lodevoli ».

[ocr errors]

(38) Facio. De Vir. ill. Oper. cit.

e

(39) Onde sapere se di questo dipinto ramentato da Facio esisteva più indizio o memoria, scrissi al Sig. Conte Giacomo Maggi di Brescia, il quale con sua gentilissima degli 8 Febrajo 1828 mi rispose.

[ocr errors]

«Non esistono Cappelle, o Tempj dell' epoca indicata; ne abbiamo due antichi, ma dei tempi longobardi. Tutte le altre Chiese vennero rifabbricate dopo l'epoca del Malatesta, e molte dopo il 1500. Nelle prime due non vi sono dipinti del 1400, nelle altre non vi possono essere.

[ocr errors]

(40) Notice de Tableaux de Museè Royal Paris 1823 pag. 167.

(41) Pillori Descriz. delle pitture di Pambroke pag. 8. (42) Waagen G. F. Verzeichensis der Gemälde Sammlung des Königlichem Museum an. Berlin. - Berlin. 1830 8 pag. 48. (43) Platina. Vite dei Pontefici pag. 361.

220.

[ocr errors]

Felibien. Entretiens sur le vies de Peintres. Tom. I. pag.
Trovoux 1725.

» Martino V. quieto da esterni nemici voltò l'animo ad ornare la patria, e le romane Chiese. Rifece il portico di San Pietro, che già cascava, e fece d' opere di mosaico il suolo della > Chiesa Lateranense, e fece un coperto di legno sopra il detto Tempio, e cominciò la pittura Gentile da Fabriano pittore » molto raro ». Per le altre opere eseguite da Gentile in Roma si veggano Vasari, il Facio, il Lanzi ne luoghi citati, e i ricordati cronisti piceni.

[ocr errors]

Circa a quell'epoca fu anche chiamato a dipingere nel Laterano in Roma il Solario detto il Zingaro. Vedi Moschini Mem. della vita di Antonio Solario detto il Zingaro. pag. 14.

(44) Vasari. Tom. V. pag. 177.

[ocr errors][merged small]

Venezia 1828

[ocr errors]

(45) Facio Op. cit. Vasari, e Baldinucci si accordano nel dire, che Gentile morisse in patria paralitico; il primo aggiunge di più, che gli fu fatta questa memoria.

Hic pulchre novit varios miscere colores
Pinxit, et in variis Urbibus Italiae.

Il Conte Montevecchio nella citata lettera a pag. 6 dice, che Gentile morì a Venezia. Non saprei veramente su quali autorità, e documenti appoggi egli questa sua opinione. Il Lanzi invece pare s'attenga all' opinione del Facio, e il Sig. Rosei nella sua lettera mi dice, che in Fabriano si ha per tradizione costante, che Gentile fosse seppolto a Roma nella Chiesa di S Maria Nuova.

(46) Nel precitato Mss. Lori si ricorda, che in quella Chiesa si leggeva l'epigrafe - MAGISTER GENTILIS PICTOR DE FABRIANO CELEBER etc. etc.

[ocr errors]

[ocr errors]

(47) Dal Mss. Ascevolini ec. Bib. Pic. Tom. V. e Montevecchio Lett. Pit., e memorie di Gentile ec.

[ocr errors]

a

(48) Anonimo notizia ec. publicato dal Morelli pag. 18. « In Padova in casa di Mess. Pietro Bembo ( esisteva) il ritratto in profilo de Gentil da Fabriano, che fu di mano de Jacomo » Bellino. 11 Morelli v' aggiunse questa nota. Opera di merito singolare doveva esser questa per l'intima famigliarità, che si » sa aver avuto Jacopo Bellini con Gentile da Fabriano suo Maestro in Venezia. Era poi anche rarissima, non ricordandosi da quei, che le memorie di Gentile hanno raccolto, ritratto da lui separatamente dipinto, (vedi la mia annotazione 27, e l'analologa descrizione). Una gran parte dei quadri, ed anticaglie del » Card. Bembo furono venduti in Roma nel 1600 da Mons. Torquato figlio, ed erede del Cardinale, e chi sa dove questo ri» tratto possa esser giunto.

39

D

"

[merged small][ocr errors]
[ocr errors][ocr errors][merged small][ocr errors]

Il non mai abbastanza lodato Cav. Giovanni de Lazzera di Padova mio amico, mi avvisò che il ritratto di Gentile, ch' cra in Padova fu venduto nel 1815 dalla casa Gradenigo, alla quale passò l'eredità Bembo, per ragione d'Elena figliuola del Cardinale maritata in casa Gradenigo. Vedi la prefazione alla storia del Bembo ec. Vedi Cicognara mem. spett. alla storia della Calcografia. Prato 1831 pag. 85 nota N. 11.

(49) Frà i Mss. di Francesco Bartoli esistenti nella Biblioteca del Sig. Conte Silvestri di Rovigo, (a cui debbo molte obbligazioni per la cortesia d' avermi lasciato esaminare que' Mss.) in una nota ho trovato che Jacopo Bellini nel Duomo di Verona al lato sinistro della Cappella di San Niccolò dipinse una Crocifissione con molte figure, con rilievi, e dorature all' uso antico. Opera che meritava d'essere conservata, ma che fu coperta di bianco nel 1759. Prima però che venisse distrutta il Bartoli potè leggervi questi versi che poi trascrisse.

Mille quadragintas sex, et triginta per annos
Jacobus hic pinxit tenui quantum attigit artem
Ingenio Bellinus. Unum Praeceptor, et illi
Gentilis Veneto fama celeberrimus orbe

Quo Fabriana viro prestandi urbs patria gaudet.

Questo lavoro fu citato ancora nell' applauditissima opera della Verona illustrata del Mar. Scipione Maffei ( Milano Tip. dei Classici 1826 in 8. Par. III. Tom. IV. pag. 274 E ne fece menzione il Consigliere Dott. Aglietti nel suo elogio dei Bellini letto nell' Accademia di belle arti di Venezia.

(50) Riguardo a questo Nerito Padovano discepolo di Gentile il lodato Conte Trissino con sua lettera 14 ottobre 1828 mi da queste notizie. Frattanto vi trascrivo ciocchè del pittore Nerito notò l'Abate Moschini nella memoria dell' origine, e delle vicende della pittura in Padova. - Ivi 1826 pag. 19. » Non possiamo che tenerci all' altrui asserzione rispetto di Jacopo Nerito Padovano. Costui mise alla scuola del celebre Gentile da Fabriano, allora quando questi dipingeva nel pubblico Palazzo di Venezia, scntendo colui ambizione si grande di tanto Maestro, che in una tavola della Chiesa di San Michele aveva lasciato scritto così: Jacopus de Neritus discipulus Gentilis de Fabriano pinxit, della qual tavola che vi offriva il Santo titolare in figura di gigante, con a piedi Lucifero, non sapremno additare la sorte.

[ocr errors]
[ocr errors]

Lanzi op. cit. Tom. III. pag. 21 parlando degli allievi di Gentile, oltre a Jacopo Bellini, ed il suddetto Nerito, nomina ancora un Bajocchio da Bassano detto il Vecchio.

L'Ascevolini Stor. di Fabriano Mss. annovera fra i

discepoli di Gentile un' Antonio da Fabriano, e dice che questi facesse uno stendardo, che portavasi in processione in concorrenza di un' altro dipinto del Maestro. Di quest' Antonio avremo luogo a parlare nel susseguente capitolo.

Della scuola di Gentile da Fabriano si credono le tavolette visitate dal Montevecchi in Arcevia: si vedono altresì dipinti affresco nella Chiesa di Santa Chiara, e di Sant' Ugo suburbana in Sassoferrato - Oggi sono quasi perdute. Furono le dette Chiese dipinte per ordine di Donne della famiglia dei Sigg. Chiavelli di Fabbriano maritate in Sassoferrato, come si ha per autentici monumenti a rogito di Pier Cicco Angelucci del 1412 esistenti nell' archivio di Sassoferrato.

(51) Mancini Senese Mss. Codice nella Barberiniana già citato.

(52) Lanzi. Stor. Pit. Tom. I. pag. 58.

Lori. Mem. di Fabriano Mss.

Furono lodate le pitture di Gentile con poetiche composizioni da Vincenzo Petrolini, da Giov. Andrea Gilio, da Giov. Battista Cassi, da Troilo Mattioli, da Deliberato Errante, e da Fra Giov. Ascevolini.

« PreviousContinue »