1 BE se i che pres Se fosse meno danneggiata dal tempo, avremmo altresì motivo di lodare il Gobbi per un altra tavola esistente 'in Santa Maria delle Grazie , a pochi passi da Civitanova fuori della porta Fiorenzuola. La visita di Santa Elisabetta è il soggetto che vi figurò. Riuscì ad esso di sostenere la dignità, la revcrenza, e l'affetto, che vuolsi osservato nell'incontro di persone cotanto previlegiate dalla Divina grazia. Non è quest' assunto di piccola importanza , giacchè pochi considerandola cadono con facilità o nell'ignobile, o nel manierato; eccessi al vero tanto contrarj. Piena d'anima, e di sentimento è la figura del vecchio astante, e grazia e dolcezza trovasi in quel gruppo di donne, che offrono doni all'ospite beatissimo. È qui cade anche più in acconcio il riflettere , che pittori, come il Boscoli, il Caravaggio, e con questi anche il Gobbi avessero ben ponderato, quanto sia necessario il tenere specialmente in soggetti al descritto simiglianti , tinte gaje e vaghe, non sarebbero caduti in una contradizione apertissima , qual'è quella di usare un tono di colorire sconvenevole all'argomento. Vi furono artisti, che uniformandosi al loro genio, perlopiù non si esercitarono che in soggetti tragici , ed il caldo 'e tenebroso dipingere meno ad essi sconveniva; non è però a tollerarsi, che in liete e few steroli storie si usi altrettanto. Il tono generale deve adattarsi al soggetto, e così facendosi otterrassi una compiuta unità. Del Gobbi vedonsi tuttora due affreschi nella Chiesa di Santo Stefano detta dei Cappuccini Vecchj suburbana a Macerata , nei quali lasciò scritto il suo nome , e l'anno 1604; non più oltre di tre anni sopravisse, e se più avesse potuto operare, suonerebbe anche maggiore la di lui fama , avendo lasciato in questi pochi una ben fondata speranza. A nostro avviso pertanto il Gobbi pon sempre corrispose nel tingere de' suoi quadri alla qualità de' soggetti in rappresentanza , perfelto accordo de colori, stante il suo troppo caricare delle mestiche. Aggiungeremo, che qualora più sanguigne fossero state le carnagioni dei sgherri, che sono intenti a flagellare aspramente il Figliuolo di Dio, e figurati in una tela nel 1619 da Girolamo lavori al fù ad apprendere la dipintura' in Ascoli, dove invaghitosi specialdella varietà delle tinte, della forza della contraposizione, del chiaroscuro, e della disposizione delle masse di luce e d'ombre, 286 Grizj da Jesi per la Chiesa di Santa Maria della Misericordia della vlada, E terra di Sant'Elpidio , sarebbe al certo quel quadro più conside- n dla s'ao rato, ravvisandovisi nel disegno c nella composizione un buon se- xt, chef guace della scuola Tibaldesca (2). Cerçò superare le maggiori difficoltà dell'arte un discepolo xlo del del Pomarancio, qual fu Girolamo Buratti, che Lanzi pone fra l'ebbe a gli Ascolani. Questi uscito dalla scuola ove fu educato , s' allontano de tutto alquanto dallo stile del Maestro, e sforzossi ad imitare nel disegno z naduse piutlosto la franchezza e risoluzione dei Caraceeschi , e nel tingere la forza e la vivezza dei Veneziani. La Chiesa di Santa Maria della sa Fiam Carità di Ascoli è dove si può giudicare del merito di quest'arle- . a Tec fice. Nc dipinse egli a buon fresco tutte le muraglie, esponendori prezasia le storie dell? Esodo , ed in quella sopra la porta maggiore la que battaglia di Giosuè ; argomento che somministra ampia materia a Reito qt grande composizione, ed a studiato disegno. Vi riuscì con lode, ferida ina avendo ricevuto nel tempo stesso l'incarico per la dell'altare principale , diede con questa a conoscere , che più vale lilova, nel dipingere a olio, di quello si fosse a fresco. La nascita di I'lgte Cristo è il soggetto del quadro, nel quale risalta - specialmente il 0 | suo merito per la grand' arte, che dimostra nell' effetto della luce (3). Meno i dipinti della volta della Biblioteca Raffaelli di Cingoli, che supposi del Buratti , e che alcuno m'accertò averne, de letto anche il nome, io non conosco altre opere del sullodato artista nella Marca , o fuori; per cui sarebbe a desiderarsi , che altre cose sue si rinvenissero , e che più avesse dipinto, potendosi abia reputare uno di coloro , che in detta ' epoca maggiormente. onorail rono la provincia Fu contemporaneo al Buratti run Carlo Allegretti da Monte Brandone Castello nell? Ascolano , il quale lasciato il luogo natale, hvala mente della bellezza che ricevevano le opere del Buratti per metzoa da credette opportuno assentire al consiglio del maestro , grau conducendosi erito di que aglie, tato poria a ampia o per le -cere, chey Tresco. by a Venezia, per meglio soddisfare al proprio genio. A qual Mae stro colà s'accostasse non è noto : solo dovendosi giudicare dalle dove ab opere, che poi fece in Ascoli., lo porremo nel novero di quelli, che non hanno saputo sopravvanzare i loro originali, ne scegliere arte in de il meglio della natura, contenti di averla saputa copiare , come il caso l' ebbe a presentare , e come ordinariamente si trova. Il quawetu , ia dro, che tuttora conserva la Cattedrale Ascolana colla visita de' Ma gi mi condusse al sopraesposto giudizio , scorgendovi la più comedi esd'y pleta imitazione di Jacopo da Ponte, che pei Veneziani è lo stesso, i Sant le che pei Fiamminchi , e per gli Olandesi un Rembrant, un Gerardo Dau, un Teniers. Non dirò altrettanto del San Francesco, che di lui vedevasi nella Chiesa di Sant'Onofrio, giacchè nel cambiamento, cui soggiacquero queste provincie per politiche vicende , fu traspor questo quadro a Milano. Vi è però. buona ragione a crederlo dipinto nella maniera del precedente considerando l'uniformità, che trovasi fra il lodato quadro del Duomo , e l'altro del martirio di San Bartolomeo , che in epoca più lontana vedevasi nella Chiesa di Sant'Agostino , e che ora è collocato in quella di San Bartolommeo al Borgo di Solestà. Simile è nel disegno, e soltanto vi scorge un colorito più lucido, più sugoso, e più soave. Ebbe fine questo lavoro dell'Allegretti nel 1608 , come si ha dall' epigrafe , che lasciovvi scritta : circostanza , che smentisce l'assertiva dell' Orsini, il quale colloca quest' artefice fra coloro che vissero in Ascoli in epoca incerta (4). Tornò il nostro pittore al dipingere macchia, e con variate interruzioni di chiaroscuro in Offida nella tela colla visita de Magi, che vedesi nella Chiesa di Sant'Agostino; Ugualmente ebbi occasione d'osservare nell'altra di San Lorenzo presso il Castello d'Acquaviva ne' riquadri, che separano i pilan stri della prima navata , due tele con de Santi che soffrono il martirio. In questi lavori potei considerare, che per la forza, e pel rotondo del rilievo ebbe Carlo in animo di far spiccare dal campo i due nudi, che sono si belli da renderci certi del inolto saperc di pittore, che mostravasi anche capace di staccarsi dal facile , e dal naturale, come potrebbe accertarsene chiunque volesse giudicare del di lui merito in Ascoli (5). Esalta spava Lo m 20 ere del s11 desideras magÚZ 0 asciato il Ore 1 po troyandosi divise le oppinioni fra quelli, che posponevano il ebbe più incarichi. Il male però si era, che mentre nel rinascere delle arti le grandi occasioni perfezionavano gli uomini , é produ cévano grandi vantaggi nella società, al contrario in questo tem288 Converrebbe altresi vedere qualche opera , che alla lodata si uniformasse, per non dare assolutamente luogo fra naturalisti ad un Giovanni Campini da Camerino. Ma di lui non conosciamo che il genio alla pittura, senza aver dati di confrontare il merito de' suoi lavori. Egli ancor giovane lasciò la patria per andare in Anversa , ed ivi si pose sotto la direzione d’Abramo Jeanson, che era tenuto in grido per la pura imitazione del vero: qualità comune a tutti quelli , che s'occupavano a dipingere in Fiandra, ed in Olanda. Reduce dopo qualche anno in Italia venne a Roma, ove diede a vedere , coin' educato nelle Fiandre sapesse subito uniformarsi alla facilità , al forte tingere e alla franca maniera del Caravaggio, di cui fecesi buon seguace. 11 Campini per la stima che ne teneva Michele Fiammingo, ottenne d' essere proposto alla Maestà di Filippo IV., che accoltolo alla Real Corte , gli allogò molti lavori ; cresciuto perciò in onore ebbe anche parechie ordinazioni nella capitale delle Spagne', in cui fini di vivere oltre il 1650. (6) Usci dalla scuola del Pomarancio un Benigni, del quale meno il saperlo nativo della provincia, mi è ignoto persino il nome, e la patria. Sostitui questi al nobile dipingere, che appreso le indicando appena che si ad una savia e avera dore ragionevole conse che per essere zando? colla Circoncisione nel coro delle Convittrici , avente il suo nome. che potes ralisti avrebbero ceduto, sorse all'improviso Pietro Berettini da Caravaggio ai Caracci non facevano che urtare sempre più i partiti animati a sostenere gl' individui , e non l'arte. Vedendo il Benigni applaudito quel saggio, che dato aveva nel ricordato San Sebastiano, continuò a percorrere sulle medesime tracce, dipingendo nella predetta Città una. deposizione di Croce la chiesa della Pietà ; soggetto , che meglio ancora avFero: vicinavasi alla maniera nuovamente intrapresa ; ne varid nel quadro colle Sante Marta , Catarina , e Domenico , che fece per la chiesa di Santa Marta ; ed altrettanto, credo si sarebbe potuto giudicare pei due quadri laterali al maggiore altare della chiesa del Carmine , prima che fossero ridotti nell'attuale stato rovinoso ; i per di perciò asterremo da qualunque esame , e giudizio. Mentre il Benigni ornava co' suoi dipinti le chiese, ed i pa1 Cothi lazzi di Fermo , sappiamo fra le altre cose , che fu a lui comanche FF messo anche dai Magistrati della Città il quadro col San Carlo da S di vita collocarsi nella residenza municipale (7). Nello stesso tempo godeva in Ascoli fama di buon pittore un , del que Pier-Marino Ilari (8); in Ancona un' Andrea Rinoccini (9), ed in reino de San Severino aveva con qualche lode dipinto alcun' anno innanzi he apeti un Giuseppe Vannicioli da Cingoli , del quale vedesi un quadro erle, 1 Ai tempi di quest'ultimo era in Ripatransone un Frate Lorenzo Bonomi Minore Osservante il cui nome ricordasi più per la fama acquistata dopo di lui da un suo parente assai perilo nell' archidi B letlura, che il merito dei dipinti lasciati nel Claustro del suo o internet Convento a Grotta-mare , ed in altri cenobj della Marca , ed in per la tela colla Santa Cecilia, ch' esiste nel Duomo della sua Erano scorsi pochi anni , dacchè i Caracci opponevansi al dipingere de' inanieristi , e del Caravaggio , e formati avevano più proseliti in guisa , che il loro gusto erasi nella miglior parte d'Italia stabilito , siccome il più nobile , ed il più corretto : gos quando poi sembrava , che progredendo innanzi la riforma i naty Carar 300, patria (10). . 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