355 (8) Istruiti da Fabio uscirono eccellenti in quest' arte Brucchio Giov: Battista , Filippo Cocchi , Liborio Fattori, Giuseppe dei Conti, Domenico Gussoni , e Giuseppe Ottaviani , e varj altri. Fabio de Cristofari fu premiato dell'abito di Cavaliere di Cristo dal Pontefice Clemente XI., cui secondo accenna Furietti fu caríssimo. (9) Guida d' Ancona 1821 pag. 10. Il Lanzi ( al Tom. II. pag. 186 ) pare nè ignorasse la vera patria , allorchè gli bastò il dire con l' Orlandi, che fosse Marchigiano. Esso però fu senza dubbio d' Ancona, e condottosi in Roma fu nel 1655 ascritto all' Accademia di San Luca. (10) Titi op. cit. pag. 81 335 344. È errore del Titi, e dell'Orlandi il chiamarlo piuttosto Tommaso , che Matteo. (11) Huber. Manual ec, op. cit. Tom. IV. pag. 65. Gori Gandellini. Notizie ec. op. cit. Tom. III. pag. 58. Zani. Encicl. Meiod, op. cit. Tom. III. P. II. pag. 128. (12) Degli antichi, e moderni mospici scrissero nel passato secolo Ciampini , Furietti , Pacciaudi , Haeffelin, e quest'ultimo slabili un confronto tra mosaico , e gli arazzi , c trà il mosaico ed i lavori eseguiti dagli americani con piume ducelli. Sono anche da consultarsi pei lavori a mosaico Bar1975 thelemy, Visconti, de Vielle, Fougeroux, de Bondaroy, Caylus , e Gurlitt. 356 saparte, DI CARLO MARATTA , DEL CIGNANI, E DEL TREVISANI. ato sir Le Cit e trova CAPITOLO XXVIII. C Non è cosa rara, che col finire dell' umana vita talvolta si dim postula nuisca, o si perda la fama da taluno acquistata , giacchè tolti di pandi sea mezzo i riguardi, effetto delle relazioni e del fanatismo, resta sol est, che tanto la nuda verità, ed il merito reale , e quindi ragionevolmente si loda il buono , si biasima il cattivo, s'esalta il giusto, si fik datto discopre l'ingiustizia. Se pertanto con più sana e ragionevole cri- kit prin tica sotto tale rapporto si fossero esaminate le opere lasciate da Carlo Maratta, non si sarebbero tutte ugualmente lodate, e la sua scuola non avrebbe per una troppo esagerata opinione del Maestro Rintre conservato tanta superiorità in Roma, da essere la dominatrice, e l'arbitra del preteso sublime pittorico, e non avrebbe guardato con compassione que' pochi avvanzi ( diceva essa ). del manierismo, a lite i cui seguaci non erano che negletti, ed in pochi e treviali lavori occupati. In prova di ciò si osservi, che il colorito usato da costoro pete . El che languido , e quasi smunto; buon disegnatore fu quello carica i soltanto, che con miglior meccanismo tratteggiava e sfumava, senza attendere alla risolutezza dei contorni, all' intelligenza dell' anola fiesto mia, all'eleganza e scellezza delle forme. Era il miglior composi- niaci tore quello, che con più affettata antitesi disponeva ed aggruppara le figure, senza ricercare la convenienza di esse nel soggetto, l'energia dei movimenti, la verità dell'espressione ; in una parola non dovevansi dipingere più le figure vere, ne come la natura ce le presenta , ma in quell'annebbiamento, ch' era piaciuto usare al loro Maestro. In questa guisa ogni buon sistema e retta regola nc . non metsas opere, che quest' artefice lasciò in patria facilmente si conosce scomparve, e se qualcuno uscì in questo tempo, che a miglior THIT partito si rivolgesse, non v' ebbe parte che l'inclinazione ed il genio. Le Città più prossime a Roma furono le prime a risentire di quest' influenza, che però non s'estese tant' oltre ne primi periodi , trovandosi ancora in vita qualche Maestro, che fuori della menzionata capitale, tenendo uno stile diverso, godeva opiniones I primi saggi, che vide la Marca della scuola Marattesca furono in Ascoli, dove dimorava un Lodovico Trasi nativo di quel paese, gioventů condiscepolo con Carlo alla scuola d' Andrea Sacchi, e quindi seguacé anch'esso dello stile del Maralta. Dalle molte piniere di quanto si allontanasse dagl' insegnamenti ricevuti dal Sacchi, subić lochè fatto ritorno per la seconda volta in Roma, dopo la morte A dimostrare la differenza, che passa frà la prima , e seconda avesse alquanto alterate (1). A questa medesima cpoca assegne remo anche il quadro da lui eseguito per la Chiesa di Sant' Agostino con San Tommaso da Villanova, e nel quale piacque al Cantalamessa di ravvisare nei due pulti, che contrastano per una moneta, un'uniformità di pensiero con quelli, che il Domenichino dipinse in Roma in San Luigi de Francesi ; pel rimanente si tiene anche qui sulle tracce della primitiva sua scuola ; e così in fine no 1 le diremo della tela col San Giovanni Battista esistente nella deliziosa Villa del Conte Giuseppe Rosati Sacconi detta di Cavaceppo, fiduciando nelle relazioni altrui, non avendo potuto vederla quando visitammo quell' amenissimo luogo (2). Le altre opere del Trasi , che sono in Ascoli, risentono per la maggior parte di quell'epoca , in cui alla pittura venne tolta tutta la severità , e la gentilezza dello stile, e ridotta a modi convenzionali arte del pennello, sembrava si riguardasse con dispre gio chi disegnava il difficile, e componeva con semplicità. Cosi dovrà certamente giudicare chi esamina gl'affreschi, che il Trasi dipinse nei muri laterali della Cappella maggiore del Duomo Ascolano , e nella volta della Chiesa di San Filippo, dove quasi dimenticò ogni buon' accordo di colorito; si tace dei quadri a olio lasciati nelle Chiese di Santa Maria in Vineis, di San Venanzo, maar dell'Ospedale, e di altre, non che dei moltissimi suoi lavori, che rimangono presso particolari famiglie ; quasi tutui portano l'impronta d’un epoca troppo infelice per l'arte, ciò che osservasi e, nel anche nelle di lui opere, che ho sott'occhio nella mia patria , cioè in una tela col San Gaetano nella Chiesa dei Padri dell’Ora- mento torio, e in un'affresco in quella di Santa Maria delle Vergini collati, il visitazione di Santa Elisabetta , senza poter affermare qual merito avesse l'altra, che fu nel maggior Altare della Fraternita del siti Suffragio , perchè perdura, soppressa che fu la Chiesa (5). A rendere più universale la sua seconda maniera imaginò fibroza il Trasi d' aprire nella sua patria un' Accademia, e chiamovsia lan tutti quelli, che si mostravano solleciti a coltivare le arti del disegno. Il progetto per un verso sarebbe stato lodevole, ma non poteva d'altronde produrre alcun favorevole risultato, poichè scati di condo avvisava il Cavalier Cicognara, uno dei fini, per cui sono rendersi utilissime le istituzioni accademiche, è quello di riferi condurre le arti già deviate e corrotte alla severità dei buoni prir a Sant' cipi per una via più breve, e ad ottenerlo è necessario presentare le agli occhi dei giovani i grandi modelli degli aurei secoli antichi e moderni , c toglierli dalle prave direzioni dei loro infelici que posa quale predecessori. Tutto il contrario avveniva nel caso nostro; giacchè chi Sarebbe Giovanni succeduto al Fratello che poco visse nei A migliorare qui la sua maniera , suppongo ve lo chiamasse 1 |