Ma per pastor diversi In mille altre sampogne e mille versi, Se spirto alcun d'amor vive fra voi Quercie ombrose e folte, Fate ombra alle quiete ossa sepolte. 118 GIOVANNI BATTISTA AMALTEO. CANZONE. PASTOR felice, che dal volgo errante Lontano stai tra fresche ombrose valli, Nè d'impero ti cal, nè di fortuna; Tu dentro al bel soggiorno hai sempre avante Vaghi correnti e lucidi cristalli, Nè ti rompe il riposo invidia alcuna, Nè trista nube imbruna L'aria de' tuoi fioriti colli aprici; Vedi l'armenti a'lor sentieri usati, Pascendo i verdi prati, Errar per le contrade alme e felici, Mentre in riposte e solitarie rive Inviti col tuo canto l'aure estive. Teco la greggia, e teco stassi Amore; Teco la tua leggiadra pastorella Le rime alterna, e scopre i suoi desiri; Or nel tuo sen comparte 'l sonno e l'ore, Or della fronte l'una e l'altra stella In sè rivolge con soavi giri, E di caldi sospiri, E di pietose voci il ciel percote. Qual celeste piacer, felice Iola, T'ingombra, quando sola Duolsi Leucippe in quelle dolci note Accesa del tuo cor anco pur dramma. Poichè l'ardenti fiamme a lei rivele, Che ti consuman sì soavemente, Ella di pietà vinta il duolo acqueta, Ed affrena i sospiri e le querele. Così tutta di gran vaghezza ardente Di speme si riempie, e 'n vista lieta Poi si risveglia all' amorose tempre ; O di fioretti un odorato nembo Versa sovra 'l tuo grembo, Cantando come teco già contempre Amor ogni desire, ogni sua gioja, E come al tuo apparir fugga ogni noja. Fortunato Pastor! a te si veste La selva di più altere e ricche fronde; A te largo di fior tributo rende La terra, ed al tuo canto l'aure deste, Rasserenando il cielo, acquetan l'onde; E nulla mai tanto diletto offende, E nulla mai contende Conformi effetti a' lieti pensier tuoi. Non avaro desio ti morde o preme, Nè faticosa speme Ti sospinge dal Tago ai liti Eoi Dietro a fallace ben, che 'l tempo certo Felice Iola! tu la selva o'l monte, Tu le secrete piagge e le campagne, Ed or sotto un bel faggio, or presso a un fonte, I passi e l'orme, e vai con lei membrando U' fosti colto, e quando, Del leggiadro suo vago portamento; Or in schietti arboscelli il nome stampi, Onde sì lieto avvampi. Crescon le piante; e'n un pago e contento Senti crescer insieme i vostri amori, E'n un medesmo foco arder duo cori. |