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Ma per pastor diversi

In mille altre sampogne e mille versi,

Se spirto alcun d'amor vive fra voi

Quercie ombrose e folte,

Fate ombra alle quiete ossa sepolte.

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GIOVANNI BATTISTA AMALTEO.

CANZONE.

PASTOR felice, che dal volgo errante

Lontano stai tra fresche ombrose valli,

Nè d'impero ti cal, nè di fortuna;

Tu dentro al bel soggiorno hai sempre avante Vaghi correnti e lucidi cristalli,

Nè ti rompe il riposo invidia alcuna,

Nè trista nube imbruna

L'aria de' tuoi fioriti colli aprici;

Vedi l'armenti a'lor sentieri usati,

Pascendo i verdi prati,

Errar per le contrade alme e felici,

Mentre in riposte e solitarie rive

Inviti col tuo canto l'aure estive.

Teco la greggia, e teco stassi Amore; Teco la tua leggiadra pastorella

Le rime alterna, e scopre i suoi desiri;

Or nel tuo sen comparte 'l sonno e l'ore,

Or della fronte l'una e l'altra stella

In sè rivolge con soavi giri,

E di caldi sospiri,

E di pietose voci il ciel percote.

Qual celeste piacer, felice Iola,

T'ingombra, quando sola

Duolsi Leucippe in quelle dolci note
Di non veder del foco, che l'infiamma,

Accesa del tuo cor anco pur dramma.

Poichè l'ardenti fiamme a lei rivele, Che ti consuman sì soavemente,

Ella di pietà vinta il duolo acqueta,

Ed affrena i sospiri e le querele.

Così tutta di gran vaghezza ardente

Di speme si riempie, e 'n vista lieta
Stassene umíle e queta,

Poi si risveglia all' amorose tempre ;

O di fioretti un odorato nembo

Versa sovra 'l tuo grembo,

Cantando come teco già contempre

Amor ogni desire, ogni sua gioja,

E come al tuo apparir fugga ogni noja. Fortunato Pastor! a te si veste

La selva di più altere e ricche fronde; A te largo di fior tributo rende

La terra, ed al tuo canto l'aure deste, Rasserenando il cielo, acquetan l'onde;

E nulla mai tanto diletto offende,

E nulla mai contende

Conformi effetti a' lieti pensier tuoi.

Non avaro desio ti morde o preme,

Nè faticosa speme

Ti sospinge dal Tago ai liti Eoi

Dietro a fallace ben, che 'l tempo certo
Ne'nvola, e stato ne promette incerto.

Felice Iola! tu la selva o'l monte,

Tu le secrete piagge e le campagne,
Ove ti guida Amor, vai ricercando:

Ed or sotto un bel faggio, or presso a un fonte,
Teco hai Leucippe da cui non scompagne

I passi e l'orme, e vai con lei membrando

U' fosti colto, e quando,

Del leggiadro suo vago portamento;

Or in schietti arboscelli il nome stampi,

Onde sì lieto avvampi.

Crescon le piante; e'n un pago e contento

Senti crescer insieme i vostri amori,

E'n un medesmo foco arder duo cori.

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