Terrena e fosca a lui salir non deve. Nè può, s' io dritto estimo, Nelle sue prime forme Tornar già mai, che pria non segni l' orme Pietà superna nel cammin verace, E la tragga di terra, e ponga in pace. Quel vero amor dunque mi guidi e scorga Che di nulla degnò sì nobil farmi, Poi per sè'l cor pure a sinistra volge, Nè l' altrui può, nè il mio consiglio aitarmi ; Come scotendo pure al fin si svolve Tal io da lui, ch' al suo venen mi colse Tardo partimmi e lasso a lento volo: Indi cantando il pio passato duolo, In sè l'alma s' accolse E di desir novo arse, Credendo assai da terra alto levarse; Salii, dove rado orma è segnata' oggi. Dolci scemando, parte aggiunsi al die Per appressar quell' onorata schiera. Ma poco alto salir concesso m' era Sublimi elette vie, Onde 'l mio buon vicino Lungo Permesso feo novo cammino. Deh, come seguir voi miei piè fur vaghi ! E bramai farmi ai buon di fuor simile Come non sia valor, se altri nol segna ; Di gemme e d' ostro; o come virtù senza Volti in notti atre e rie, poi ch' io m' accorsi Dà il mondo: e vidi quai pensier ed opre Di letizia talor veste e ricopre ! Ecco le vie ch' io corsi Poichè varia ho la chioma, infermo il fianco, Volgo quantunque pigro indietro i passi, Chè per quei sentier primi a morte vassi. Canzon mia mesta; ed anco alcuna volta Che sai, se quel pensiero infermo e lento Ch'io mover dentro all' alma afflitta sento, Ancor potrà la folta Nebbia cacciare, ond' io In tenebre finito ho il corso mio, E per sicura via, se'l ciel l'affida Sì com' io spero, esser mia luce e guida. LODOVICO PATERNO. CANZONE FUNEBRE. ALMA beata e bella, Vattene in pace omai Del tu' amor goder il premio eterno ; Vattene alla tua stella, E de' beati rai Vestita non temer forza di verno. Prendi ogni cosa a scherno Che sì piace a noi sciocchi; Altri armenti vagheggia, Drizza a più bianca greggia I festosi e lucenti tuoi begli occhj; |