Sembrando un novo paradiso il loco. Conobbi allor, che'l saper nostro è un gioco; E che quel, che di Dio si tien per fede, Certo è via più di quel che l'occhio vede. 248 FRANCESCO DE LEMENE. CANZONE. La Creazione del Mondo. Su i cardini lucenti Pria che rotasse il cielo, e nel suo pondo Fosse librato il mondo, E il mare incatenato, e sciolti i venti; Pria che da' proprj fonti Con mormoranti balli Movesse 'l fertil piè l'argenteo flutto; Pria che fossero i monti, Pria che fosser le valli, Pria che fosser gli abissi, e fosse il tutto, Nacque celeste Donna, e pur nascea D'ogni bell' opra architettrice e Dea. Sovra candido foglio Sta di eccelso lavor l' idea dipinta, Ed a grand' opre accinta Dell' eterno voler s' accosta al soglio. Di luce maestosa, Che fa perpetuo giorno, Era del gran Monarca il seggio ornato ; Schiera allora ozíosa, Stavano al piè d' intorno Pietà, Giustizia, Omnipotenza, e Fato: Or qui spiegò la Dea quanto descrisse A quel volere onnipotente, e disse. "A me non sono ignote Le gioje tue; sol di te stesso vago So, che tu sei sì pago 1 Che tua felicità crescer non pote; Pur in te stesso ascondi Tua gloria non intesa. Apri, O immensa bontà, gli erarj tui, Te stesso omai diffondi, O sommo Ben, palesa Che sei beato, e puoi beare altrui : E in questa, ch' or ti mostro, opra stupenda La tua gloria immortal sempre si renda. Queste alate figure, Che con ombre minute io qui t' addito, Sia numero infinito Di semplici sostanze, e menti pure; Con applausi canori Tua bontà, tuo potere, Fia che'l musico stuolo ognora ammiri ; Distinte in novi cori Queste beate schiere Ti formeranno intorno eterni giri: Vo', che a' giri sì bei tu sieda dentro, E lor l'immensità serva di centro. Saran pronti messaggi, O gran Voler, de' tuoi sovrani imperi, A i secondi i primieri Tramanderan del lume infuso i raggi. Di libertà natià A i spirti sì veloci Lascerem solo un peregrin momento: E chi di lor travia, Paghi in esigli atroci Il temerario suo folle ardimento; E soggetto, e ministro a tue grand' ire. D'incorruttibil tempre Segno qui sotto i cieli, e in moti varj Vo' che fra lor contrarj |