IX. Se ogni membro ribelle alla fua legge Se il piè veder voleffe, o marciar l'occhio; Le differenti parti, onde componfi Questo vasto Univerfo, a fare un Tutto Di quefto Tutto il corpo è la Natura; E dei corpi, e dei fpirti; agifce in Effo Quan Quanto nel Serafin cinto di luce. Che in quefto baffo Mondo, o in altra Sfera, Sul (g) Un Filofofo ragionevole infieme e Criftiano, perfualo invincibilmente tanto dal lume della ragione, che da quello della Religione dell' efftenza reale di uno stato futuro dopo la vita prefente, non può infpirare un vero coraggio contro il comun terrore della morte con fenti menti diverfi da quelli del noftro Autore, che tendono unicamente a perfuadere gli uomini di rimettersi in tutto e per tutto all' ordine ftabilito dalla Provvidenza, confidando intieramente nella paterna amorevolezza del Creatore, di cui ciafcuno ha tante particolari coftanti riprove fopra fe stesso. Quei fapienti medefimi, che vantava il Paganefimo antico, ritraevano il fondamento maggiore della loro for Sul viver tuo, ful tuo morir prefiede, Una tezza in quefto paffo terribile dalla lufinga d'una interminabile felicità, a cui credevano deftinato il loro fpirito per fua natura, dopo d' effer difciolto da' legami del corpo. L'Entufiafmo di Catone preffo a Lucano immerfo tutto nel defiderio della vicina immortalità, è un indizio chiaro del fondamento, fu cui ftabilivano la loro fortezza. E' vero, che la loro Filofofia era in questa parte involta in molta illufione, figurandofi l'anima, come. una particella della Divina foftanza ra a riunirfi; ma, che che fia di ciò, refta chiaro, che a cui andaffe allocolla fiducia di una immortalità fortunata dileguavano li fpaventi dell' ora eftrema, i quali penfavano non dover aver luogo, che ne' reprobi, e fcellerati, giacchè s' immaginavano non potervi giugner quefti ultimi fenza prima foffrire varj e diverfi tormenti, o nei nuovi corpi da riaffumere, o altrove. La mancanza della rivelazione non poteva a meno di non gettargli in molta ofcurità, e fallacia fu quefto articolo, come fu molti altri. A noi tocca di appropriarci unicamente quei barlumi di buono, che in loro ritrovanfi. Certamente che molto più ridicoli comparivano fu tale argomento li Stoici, volendo dedurre tutta la forza d'un fimil coraggio dai fonti della loro imperturbabilità. Seneca arriva ad effere veramente nojolo in quefta materia nel fuo Trattato della brevità della Vita. Ci vuol altro, che idee chimeriche di magnanimità, e di deftino, per diftruggere quell' amore, che naturalmente abbiamo alla vita. anzi Sò altresì, che i principi del Signor Pope, prefi generalmente fenza gli fchiarimenti convenevoli, parer favorevoli anco a quella cieca confidenza, potrebbero piuttosto temerità, che non è lontana dai perniciofi Siftemi dei noti Deifti. Egli però va molto lungi da que fto fegno, mentre ha già magiftralmente in avanti fillati Idei Canoni di Morale incorrotta, coi quali vuole che ciò la fi ducia, che infinua può infinuare un Filofofo non è che legittima, e la fola, che verità Dommatiche, dalle quali prefcinde. Poffono adatfenza pregiudizio delle altre tarfi al cafe di quefta fenfata fiducia i verfi, che da al Una cieca poffanza cafuale Non è già la Natura: un'arte fina FINE DELLA PRIMA EPISTOLA. SOM tro celebre Poeta Francefe, cioè dal Sig. Greffet nella fua Commedia intitolata Il Sidney, Att. III. Sc. 1. fono ftati pofti in bocca del fuo Ipocondriaco, che crede d' aver bevuto il veleno: دو Le Juge, qui m' attend dans cette nuit obfcure, ,, Eft le Pere, & l'Ami de toute la nature; ,, Rempli de fa bonté mon efprit immortel D e Ella natura, e dello stato dell' Uomo confiderato come Individuo, e relativamente a se stesso. Egli non è fatto per investigare le più profonde qualità della natura di Dio, ma per ftudiare fopra di se. L'Uomo è un misto di grandezza, e di bassezza, di lume, e di oscurità, di perfezioni e d'imperfezioni, di forza, e di debolezza. Quanto egli fia limitato nelle fue cognizioni, Due principi delle noftre azioni, l'Amor proprio, e la Ragione. Tutti due fono neceffarj egualmente, e benchè diversiffimi, tendono allo fcopo medefimo. L' Uomo non può effer felice, fe non in quanto fa accordargli tra loro con tenergli dentro i loro giusti confini . Le passioni sono modificazioni dell'Amor proprio. Sono di una grande utilità all' Uomo in particolare, ed alla focietà in generale. Non fi tratta di distruggere le passioni, ma di governarle, e di correggere le une col mezzo delle altre. Della paffion dominante Essa è necessa ria per fare entrare gli Uomini nelle differenti vedu. te, che la Providenza ha sopra di loro, e per dare una maggior forza alle loro virtù, ed alle loro buone qualità, Misto di vizj, e di virtù nella nostra natura, che confinano tra loro. La diftinzione de i loro limiti è ciò non ostante certa, ed evidente . Qual è l'ufizio della Ragione. Quanto il vizio fia odiofo per fe fteffo, e quanto facilmente gli Ucmini vi fi lafcia L |