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minima particella del viver vostro, (cose che pur sole per se possono rendere ammirabile un huomo,) essere per raro dono di Fortuna accompagnate da una altezza di spirito, allaquale aggiungere non è di leggiero a gli huomini conceduto; et oltre accio, da Magnificenza, et da Cortesia inusitata et incomparabile illustrate; mi ho sentito entrar nell'animo una deliberata volunta, di essere, (quale che io me sia, semper vostro: Et di celebrare et esaltare con ogni studio, et con ogni ingegno mio gli honori, et le lode vostre.

Ora essendomisi questa opinione radicata nel core; Venutami occasione di dar nelle mani del Mondo gli scritti di Messer ANTONIO BROCARDO; m'è piacciuto, Illu. Signor Mar Antonio, ornagli del vostro nome : accioche con questo segno Io vi dimostri una picciola parte, de la granda affettione et osservantia mia versa voi.

Ilche tanto fo anche piu volontieri, quanto essendo tutto questo volume dedicato al Chiariss. mio Sig. Il gran Cavalier LEGGE, colquale essendo voi non pur per amicitia, ma anchora per le belle virtu dell' animo congiuntissimo, mi pareva commetter errore, se parimente in quest' opera non vi metteva insieme. Sara adunque proprio della cortesia vostra, lo accettare benignamente questo mio dono: Et di tenermi grato nella Honorata vostra memoria. Sperando di giorno in giorno, (se il Cielo, et la Fortuna non mi si inimicano,) di haverne di maggiori. Siate felice.

The following is the IV. SONNET of PROCARDO.

Ben nato monticel, tenere herbette,

Valli, fiumi, arbuscei lieti et felici,
Quanto a voi furon gli alti cieli amici,
Dolci contrade nobili et perfette :

Conscie gia foste de le voci elette

A l'aura sparse per queste pendici :

Et hor tenete ne i bei colli aprici,

Le sante famos' ossa benedette.

Cosi caldo, ne gelo non estime

Questo bel loco: e'n vita pietra, o in auro,
L'Epitaphio si legga in sempiterno.

Qui riposa colui, che si alto in rime

Canto il suo caro et honorato Lauro :
Che come il verde in quel, si fece eterno.

SONETTO XXIII.

O piu che'l mel soave, et piu pungente
De gli animai che 'l fan, qual mi ti toglie
Del bel colle antro? et di qual arbor foglie
Vietano il guardo a me chiaro et lucente?
Me fuggir speri? cui piu ogn' hor presente

Sei quanto piu lontan luoco t'accoglie:
Ma inanzi a l'ale di si accese voglie

Fien tue forze al fuggir inferme et lente.
Lieve il pardo ala cerva corre, questa

Gioiosa al acque et hor di me veloce Lieto il passo amor dietro a te disciolse. Cosi cantava il buono Alcippo, e'n questa Ivi Maratho appar: ch'a lui la voce, Com' il cor gia, con duo begli occhi tolse.

SONETTO XXIV.

In qual horror de la piu selva oscura
Ove di piede human orma non sia,

Alta et nodosa quercia al ciel s'invia,

De l'empio orgoglio tuo piu forte et dura:
E'n qual selva, e'n quai monti unqua Natura
Fiera nascose piu spietala et ria

Di te? poi che l'aspra iniqua mia
Sorte, il superbo tuo voler non cura.
Pur fia de te piu che l'Achanto molle

L'orgoglio, et d'humil agna in me tue voglie:
Sol che non porti le parole il vento.

Cosi la fede a pie d'un lieto colle

Ramenta Alcippo a Marato, et la doglia:
Hespero il di cacciando, egli l'armento.

Last come LE RIME DEL MOLZA, with this

DEDICATION

Al Magnifico M. ANDREA LEGGE, Primogenito del Clarissimo M. Giovanni, Conte, Cavaliere, et Procurator. ILL. Francesco Amadi.

Prohibiva il Magno Alessandro ad ogn' uno eccetto che a pochi rari et eccellentissimi artefici, il formare la imagine sua. Ilche faceva quel prudentissimo Re, percioche ei conosceva che a gli eccellenti huomini, le eccellenti cose si convengono. Ora volendo io al presente ubidire a questo savio editto, ho giudicato convenientissimo il donare al vostro nome gli scritti del grande et eccellente MOLZA.

Conciosia cosa che si come Questo avanza hoggi di gran lunga il Nome di qualunque altro Poeta ci viva; Et non pure di poeta solamente, ma insieme anche d'Oratore; cosi voi di molto spatio vi lasciate a drieto per la chiarezza del sangue, per lo splendor de i maggiori, et per la

gloria al presente viva et lucentissima de gli Ill. Padre, et Avo, et oltre à tutto cio per la nobilta dell' animo vostro, et per gli molti semi di virtu et di valore che in voi si scorgono, tutti gli altri giovenetti che habbia questa felice eta.

Felice dico, perch' ella si gode la Magnificenza et la cortesia del Cavaliere vostre Padre et lo aveduto giudicio, et il maturo sapere del Chiarissimo vostro Avo. Ma piu felice anchora perch' ella si pasce di certa et ferma speranza non pure di perpetuar in voi li beni et felicita sue: ma, (se è possibile che le grandissime cose s'accreschino,) di ampliarle anchora. Prendere adunque con lieto animo questo mio dono: il quale è a voi, (come ho detto, convenientissimo. Et si come io, per molto ch'io ne dicessi, non potrei mai raccontar tutti gli honori, et le grandezze della Casa vostra Illustrissima cosi per grande diligentia ch'io habbia usato d'havere tutte le compositioni del MoLZA, non ho potuto fare che non ne habbia lasciato forse la maggiore et la miglior parte occolta. Ma vostro sara d'haver caro quel poco ch'io posso dire, o dare si come cosa che viene da colui, che ardendo di desiderio di compiacervi, fa l'ultima prova del suo potere. State sano.

:

As MOLZA is more known than Delphino or Brocardo, I will only give one specimen from him.

SONETTO.

Vago Monte superbo, ove Quirino

Vide lieti su l'ali i santi augelli,

Per cui ti cinse, et gli altri tuoi fratelli
Di gloria eterna Celio et Aventino.

Muri degni d'honor, sacro et divino

Che vene d'alti fiumi, et rivi snelli
Torceste à corsi più leggiadri, et belli:
Per sentier disusato et pellegrino.

Torri gia per altezza al ciel nemiche,

Statue ignude, et Therme alte preclare,
Di Dei ricetto tenebroso et arso.

Ecco le stelle a' vostri seggi amiche :
Poi che 'l pregio de l'anime piu rare
Vostro sospira il gran Tevere sparso.

ART. V.

SANNAZARO.

In the same volume from whence all the preceding Poems, commencing with Luigi da Porto, are taken, is an early edition, (wanting the title,) of the RIME OF SANNAZARO; probably that of B. Giunta, 1532, (8.0)

At fol. 13, a tergo, is:

De le Rime di M. Giacobo Sannazaro Nobile Napolitano, la seconde Parte, dal suo proprio originale cavala, con somma diligenza corretta, et stampata.

Again at fol. 49:

Delle di M. Giacobo Sannazaro Nobile Napolitano, la terza parte nuovamente aggiunta, dal suo proprio originale cavata, con somma diligenza corretta et stampata. »

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But Crescimbeni, (II. 339,) says of this third part that « per giudizio del dottissimo Malatesta Strinati com

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