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Il Duca Francesco Maria d'Urbino compiva quella dell'Annunziata, i cui bellissimi intagli in pietra, e la non meno elegante sua architettura, pensa l'autore dell'ultima guida di Loreto, possino essere opere di Lattanzio Ventura da Urbino, detto anche dal Lazzari nella Guida di Urbino architetto, e buon intagliatore in pietra.

Il Duca di Bisignano fecevi lavorare quella di S. Anna. Il Card. Cristolaro Madrucci Vescovo di Trento quella del Rosario.

Il Card. Ottone Turchses quella di S. Gio. Battista.
L'Arcivescovo Altoviti quella della Visitazione.

(34) Per provare, che tanto il Gaudenti, quanto l'Autore della relazione storica caddero in errore nel voler stabilire questo lavoro al Lombardi, ci riporteremo a quel tanto che ne disse il Baldinucci nella vita del Calcagni, dove stabilisce per fino il giorin cui ne fu fatta l'allocazione ad Antonio.

no,

(55) Baldinucci loc. cit. Torsellino Lib. IV. Cap. IV.
(36) Al Nome di Dio A dì 24 Giugno 1608(sic).

In Loreto. Dall' Illustre, et eccellente Sig. Cav. Cristofano Roncalli e fatta istanza al Sig. Paolo Lombardi, e a me Bastiano Sebastiani da Recanati, che dobbiamo vedere, e giudicare una tavola d'altare, e quattro ritratti, tutti opera in bronzo; qual' opera è in una Cappella nella Chiesa di Santa Casa di Loreto, la quale Cappella ed opera di bronzo è fatta d'ordine dell'Ilma Sig. Barbara Massilla da S. Ginesio, e le suddette opere sono state fatte dall' eccellente Sig. Antonio Calcagni da Recanati, e quindi dopo aver descritto le opere suddette si conclude che giudicarono va lere i ritratti di fattura per ciascun di essi scudi duecento cin quanta, e tutti e quattro scudi mille. Giudicammo essere nella tavola dell'altare di bronzo lib. 1200; quale valutato due giulį la libra scudi 240. E più giudicammo li quattro ritratti esservi in bronzo lib. 1500, scudi 300. E perchè si è fatta istanza al sud. Sig. Cav. se venticinque anni sono le opere di bronzo erano di minor prezzo, o maggiore che oggi, dicemmo, ch' era assai di maggior valore, poichè coll' esperienza delle opere si è facilitata in qualche parte, e questo è quanto s'estende il nostro giudizio.

Io Paolo Lombardi confermo quanto sopra si contiene nel presente foglio.

lo Bastiano Sebastiani scrissi, e sottoscrissi,

quanto sopra.
(37) Baldinucci loc. cit.

e confermo

(38) Della sepoltura del Gactani si parla in una lettera scritta da Ottavio Rossi stampata prima nella raccolta data in luce da

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Brescia 1621, poi nell' altra raccolta

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Venezia pel Ciotti 1622, ed in

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fine nelle pittoriche di Bottari, e Ticozzi
Tom. IV. Lett. 59 pag. 86.

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Dalla medesima lettera si raccoglie che si fecero più disegni ad un tempo, fra quali uno del medesimo Francesco da Volterra, che pare fosse quello, che poi fu posto in opera. Francesco però v' aveva fatta la statua del morto rivolta al SS. Sagramento, il cui altare a quei giorni veniva a starle dappresso; ed il Caudatario del defunto Cardinale desiderava, ed anche voleva, che riguardasse la Santa Casa. Era intanto stata fatta disegnare la pianta della Chiesa, onde avere la giusta misura del luogo, ove doveva porsi il detto monumento, per quindi con maggiore maturità risolvere ove collocarsi.

(59) Paldinucci asserisce (Tom. V. pag. 115) che non fosse già gettata la statua del Card. Gaetani dal Lombardi, come con errore volle far credere il Serragli, ma bensì da Antonio Calcagui suo discepolo, ed a provare questo dice d'aver letto una gran 1 quantità di scritture di casa Calcagni, e fra le altre quelle registrate in un libro in carta, che noi diciamo mezzana, coperto di cuojo rosso, dove lo stesso Antonio di sua mano fu solito notare tutti i lavori, che faceva, e quanto egli riceveva per essi, e al foglio 56 si leggono di mano di lui le seguenti note.

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Alla partita di Credito ai 4 di gennajo del 1579.

Il Cav. Paltista dalla Porta ha dato in paghe scudi duecento cinquanta a buon conto della statua scudi 250. E più ho ricevuto il restante per mano di mess. Gioseppo Berghingherio, e sono scudi cento di moneta.

Dalla parte del debito a dì 4 gennaro del 1780. Il Cav. Giovanni Batt. della Porta mi dette a gettare la statua del Card. Sermoneta, cioè de Duchi di Sermoneta per mezzo di Scudi trecento cinquanta pari a scud. 700.

11 Baldinucci al Tom. VIII. pag. 144 fa riflettere che gli scudi settecento in quella moneta sono gli scudi trecento cinquanta.

(40) L' Ab. Murri ( pag. 64 ) vorrebbe che fossero del Calcagni anche queste due statue, e quando veramente sue siano, penseremo, che tralasciasse di ricordarle il Baldinucci ( il quale forse le passò sotto silenzio ) per averle ravvisate di merito molto

inferiore.

(41) La scalinata ove collocossi la statua erasi compiuta nel 1563.

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(45) OCTAVIO BANDINO PROVINCIE PRÆSIDE | OPUS SUMMA OMNIUM LAETITIA OBSONATURA | ANNO MDLXXXIX. PONTIFICATUS IV.

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(44) Alessandro Peretti Pronepote Decio Azzolino Fermano Antonio Gallo da Osimo Costanzo Boccafuoco Evangelista Pallotta da Caldarola

Min. Oss. da Sarnano

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Muziano Pierbenedetti da Camerino, e Gregorio Petrocchino da Montelpare Agostiniano

-

(45) Antonius Bernardini de Calcaneis Recanatensis faciebat.

La parola Bernardini avverte Baldinucci ( Tom. VIII. pag. 137) non significa casato, ma il nome del padre d' Antonio scritto latinamente, lasciando il casato, costume molto in uso ne secoli trascorsi, che ha poi dato causa ai poco prattici d'antichità di pigliare gravi errori, confondendo bene spesso le casate coi

nomi.

(46) Calcagui pag. 226.

(47) Narra lo storico Pad. Calcagni, che in sua morte come ad uomo insigne furono scritte varie composizioni poetiche. Baldinucci Tom. VIII. pag. 459.

(48) Die 7 mensis aplis: 1610.

Cum fuerit et sit, quod dum in humanis erat Dominus Antonius SER BERNARDINI DE CALCANEIS de Recanato ex aere, et marmore Sculptor acceperit ad laborandum, et ex aere perficiendam unam ex portis Almae domus Lauretanae 1589 etc. Cumque per aliquot annos ipse D. Antonius in opere praedicto perficiendo operam dedit, et fere jam in cera perfecisset veniente autem morte ipsum ex hac vita abstulerit dicto opere sic incepto in cera, et nondum ex aere perfecto relicto.

E più abasso.

Cupiens autem Pirrus Bonamicus Fidejussor nunc haeredum dicti quond D. Antonij debitae esecutioni opus praedictum demandare illudque in locum sibi destinatum apponendum esse, decrevit id ipsum tradere ad perfeciendum infrascriptis Dominis Tarquinio Jacobecto Nepoti, et discipulo ejusdem D. Antonij, QUI AB INITIO IN VITA SUI AVUNCULI INTERFUIT, ET OPERAM DEDIT IN OPERE PRÆDICTO ET SIC QUOQUE POST EJUS MORTEM CONTINUAVIT, ac etiam D. Sebastiano Sebastiani de Recanato ejusdem scientiae professori praesentibus, et acceptantibus, pactis tamen, et conditionibus infrascriptis, etc. dedit tradidit, et concessit opus praedictum portae Aenac ad perficiendum, et in locum suum apponendum Dominis Tarquinio, et Sebastiano praesentibus etc.

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E prima, che detto mess. Tarquinio Jacometto, e mess. Bastiano Sebastiani abbiano da lavorare, e finire la porta, che lavo rava il qm mess. ANTONIO BERNARDINI, e finirla conforme il disegno, e abbozzo, nel quale si trova al presente, senza mutare l'invenzione dell' opera in cosa alcuna.

però

Item, che finita di lavorare di cera abbiano a dargli la

T

terra, e gettarla in bronzo, e rinettarla, e pulirla in modo, che si possa condurre alla Santa Casa di Loreto, e metterla al suo luogo destinato.

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Item; si obbligano di finirla di tutto punto a spese comuni si delli detti Eredi per due parti, come di detti Bastiano Tarquinio per l'altra metà, cioè un quarto per uno di essi s condo la rata del guadagno.

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Item; che Dio, e la Madonna nè guardi, che per qualche disgrazia venisse detta porta a male in tutto 0 in parte, e cosi bisognasse rifarla, in tal caso a spese comuni, come di sopra, li medesimi sieno obbligati a rifarla, conforme alla prima invenzione DELLA QUALE PER BUON RISPETTO SE NE DEBBA TENER COPIA.

Item; non si debbano intromettere, nè ingerire a riscuotere somma alcuna di denaro per conto di detta porta di Santa Casa; ma lasciarne la cura a Pietro Buonamici sicurtà, e zio di detti Eredi.

Item . . . . che finita la detta porta si debbano in essa mettere quattro cartelle; in una delle quali si nomini la glonesa Vergine nella seconda, che mess. ANTONIO CALCAGNI È STATO L'INVENTORE DELL' OPERA, E CHE TARQUINIO JACOMETTI SUO NEPOTE, E DISCEPOLO HA CONTINUATO IN QUELLA: nella terza, che BASTIANO SEBASTIANI, ASSIEME CON DETTO TARQUINIO L'HA COMPITA IN CERA, E GETTATA IN METALLO; nella quarta vi si ponga il luogo, ed il tempo, dove, e quando è stata fatta detta opera. (49) Antonius Bernardini de Calcaneis Recanaten: inventor: Sebast: Sebastian: et Tarquinius Jacobet: Recinetens excuderunt Anno Jubilei 1600 Recanati. (50) Milizia Mem. degli Architetti

pag. 79.

Bassano 1785 Tom. II.

Bartoli Glorie Maestose Cap. XXII.
Indicaz. al Forastiere ec.

(51) Calcagni mem. di Recan. pag. 257.

Il Guarnieri nel suo Dypticon pag. 67, e seg. 112 formando l' elogio di Frat: Agostino Card. Galamini detto il Card. di Araceli da Brisighella dell' ordine dei Predicatori Vescovo di Osimo nel pontificato di Paolo V. traslatato poi al Vescovado di Recanati si esprime in questi termini per quello, che riguarda nuovo Battistero fatto da esso fondere dallo scultore Jacometti.

Baptisterium in Ecclesia S. Joannis Baptistae fusili opere conflatum trastulit, ac dicavit,ipsamque Ecclesiam circulari pavimento marmoreo, egregiis picturis auratis laquearibus vitreis finestris, et caelatis portis ornavit et in meliorem formam redigit.

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(52) Cicognara. Stor. della scult. Tom. II. pag. 281.

Jacopo Lauro in un discorso inserito fra le sue storie

dice essere il lodato Battesimo

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bellissimo

gran prezzo, ed uno de' più belli d'Italia.

Tondini nelle sue lettere d' uomini illustri

e di

(Mace

rata 1782) nel Tom. I. a car. 18 prendendo a descrivere questo lavoro cadde in qualche abbaglio.

(53) Baldinucci Tom. IX. pag. 291.

Il Guarnieri nel Dypticon

prosiegue a dire claustrum S. Marci ordinis Predicatorum ad orientem instauravit etc. (54) Bartoli Mss. esistente nella biblioteca Silvestri di Rovigo. Wogel appendice alla storia della Chiesa, e de Vescovi di Recanati Mss.

(55) Calcagni loc. cit.

Baldinucci ( Tom. IX. pag. 250) forse per errore di stampa vi si legge Marsucci.

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(56) Cicognara Calcagni Baldinueci loc. cit. Di questa fonte ha parlato anche il Tonduzzi nella storia di Faenza, e lo Scaletta nell' opuscolo intitolato il Fonte di Faenza, ed in esso si fa menzione del Pad. Paganelli, che ne fu inventore, disegnatore, e di

rettore.

Ne manoscritti Oretti esistenti nella Biblioteca Hercolani di Bologna, oltre il dirsi che Jacometti fu quello che fece i bronzi, vi si aggiunge ancora che il Capo Mastro murario fu un Girolamo Rota Imolese.

ti

(57) Baldinucci loc. cit.

(58) Leopardi Conte Monaldo Stor. de Vescovi di RecanaRecanati 1828 pag. 99.

(59) Calcagni loc. cit.

Baldinucci (Tom. XI. pag. 290) cita una scrittura fatta frà il Jacometti, ed il Banchiere Todisi d' Ancona, il quale ne pagò il prezzo stabilito all'artista.

(60) Così si narra dallo stesso Baldinucci al Tom. IX.
pag. 445.
(61) Angelita. Notizie delle famiglie di Recanati.
(62) Cosi Angelita Hieronimus Lauretanae domus Historia

pag. 35.

Renzoli Cesare. La Santa Casa illustrata, e difesa Macerata 1637.

Calcagni loc. cit.

Morti Tiburzio seniore, e Gio: Battista Tiburzio juniore venne scelto il Sebastiani ad apprezzare il battistero, come rilevasi da un' istromento di Torquato Botani del 7 aprile 1590, esistente nell' archivio di Recanati.

Die 7 mensis aprilis 1610.

Cum sit prout asseritur quod annis prox: elapsis, ex commissione, et mto: Illmi, et Remi D. Cardinalis Galli Protectoris Almae Domus Lauretanae qm D. Tiburtius Verzellius Civis

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